Il Whitegrass Singapore di Sam Aisbett
Quando il Mar dei Coralli incontra l’Oriente.
Nel gennaio 2016 un importante sito di tendenza che recensisce i templi della ristorazione definì il Whitegrass di Victoria Street a Singapore “a potential star”, ossia un astro di luminosa magnitudo nel firmamento gastronomico del futuro. Una previsione azzeccata, visto che il Whitegrass già il 30 giugno 2017 è stato premiato con la prima stella Michelin (secondo ristorante del palmarès ad ottenere la prima stella ad appena un anno dall’apertura) e 10 giorni prima G Restaurant Awards lo aveva nominato “Restaurant of the year”: i giudici dopo aver cenato in incognito nel locale ne hanno voluto premiare l’eccellenza riconoscendo l’unicità della cucina, l’ospitale eleganza e la personalità decisa. A ritirare il premio il fondatore e direttore d’orchestra del Whitegrass, Sam Aisbett, che dal nativo Queensland - lo stato australiano del nord est che si affaccia sul Mar dei Coralli - ha esportato i sapori del suo continente dapprima in Europa ed oggi in Asia. Sam in gioventù si è fatto le ossa lavorando per anni a Sidney con i celeberrimi chef Tetsuya Wakuda al Tetsuya’s e Peter Gilmore presso il Quay. Oggi nel suo Whitegrass in collaborazione con la moglie Annette (“una cuoca così brava da costernarmi col suo talento!”, dice sorridendo lui di lei) propone come Executive Chef piatti ricercati che incrociano la moderna tradizione gastronomica australiana con l’Oriente e la cucina giapponese: pesce d’alto mare, carne, verdure, spezie ed erbe diventano incroci colorati di sapori sotto forma di sashimi, dashi, portate di mangalica con radici di loto, egg tarts rispettose dei dettami umami e della filosofia nipponica del sesto gusto, hamachi alla barbabietola bianca ricamato in forma di petali di rosa, confetti in gelatina di latte di Hokkaido, gelati al latte-miele thailandese. Piatti che spesso al Whitegrass lui ama servire in tavola di persona ai suoi clienti, approfittandone per scambiare due opinioni e raccogliere impressioni. La miglior definizione della cucina di Sam Aisbett forse la ha data un critico gastronomico dichiarando recentemente che “sembra che accadano un’infinità di cose diverse nei suoi piatti ma alla fine il tutto risulta deliziosamente, incredibilmente, miracolosamente coeso”. Rimane solo da aggiungere che a Singapore per preparare i loro deliziosi incredibili miracoli Sam e il suo staff utilizzano una cucina S700 a piano unico Berto’s.